Il Native Advertising – ovvero i contenuti sponsorizzati e previsti nell’ambito di un progetto editoriale – è in costante crescita.
Di recente Mashable ha pubblicato un’analisi, realizzata da eMarketer, secondo la quale il 2013 verrà chiuso con un giro d’affari pari a 2,36 miliardi di dollari. Aumento netto rispetto alle cifre dell’anno scorso, quando la cifra era di poco superiore a 1,60 miliardi. La previsione, poi, è ancora più ottimista da parte degli analisti: si andrà ben oltre i 4,5 miliardi di dollari entro il 2017.
Alcuni esempi di Native Advertising, sono le Sponsored Stories di Facebook oppure i Promoted Tweet su Twitter. E c’è chi, come Sharethrough, li considera efficaci fino al 50% di più rispetto all’advertising tradizionale. Non va escluso, tuttavia, come l’utente possa trovare fuorvianti e sgradevoli dei contenuti pubblicitari, inseriti all’interno degli articoli: è una vecchia storia e indicare chiaramente che, sì, quel contenuto ve lo hanno pagato, vi aiuterà a mantenere buoni anche i lettori più polemici.
In questa infografica di SolveMedia, infine, trovate un approfondimento sul Native Advertising e sulle forme che lo caratterizzano:
State investendo sul Native Advertising?
O lo state rendendo disponibile nel vostro progetto editoriale?