Il crollo (pauroso) della pubblicità cartacea


Il crollo della pubblicità cartacea. Dal 2000 in poi. Dall’online in poi.

Un dato già dimostrato in più circostanze, del quale si è tornati a parlare su Business Insider di recente. E che la dice lunga sull’influenza che la rete, coi suoi spazi e le sue possibilità, ha avuto nei confronti dell’informazione su carta.

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Gli ultimi 60 anni, dal 1950 a oggi, hanno coinciso con picchi importanti e poi un crollo. Deciso, netto. Dal 2004 in poi, dall’avvento dei blog e di quella concezione di Internet evolutasi, più di recente, coi social network e con un’informazione fatta di multimedialità (video, audio, immagini e quant’altro). Come spiega anche Jay Rosen, docente della New York University.

Il declino si è dunque concretizzato negli ultimi 7 anni. Quest’anno i ricavi si aggireranno sui 19 miliardi, meno della metà dei 46 miliardi fatti registrare appena cinque anni fa.

Tutto questo, mentre sul web crescono costantemente gli introiti legati alla pubblicità: +12,1% solo nel primo trimestre del 2012. Lo dice Nielsen.

Tutti sul web. Pubblicità compresa. Anche se l’editoria online (italiana) avrebbe bisogno di una riordinata. Una riordinata importante. I grossi quotidiani lo sanno bene. Loro il passaggio, dalla carta alla rete, l’hanno vissuto alla grande, hanno dovuto viverlo per non crollare. E non l’hanno compreso a pieno. È evidente.

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