Da Maria Sharapova a “Sugarpova“. Per tutto il tempo degli US Open di tennis. Lei, con ogni probabilità, la conoscerete: Maria Sharapova è la giocatrice di tennis più celebre al mondo. Origini russe, palmares eccellente, bellezza cristallina, il compenso più alto del globo tra le atlete donne. E una linea di caramelle dal nome “Sugarpova”.
Proprio attorno alle caramelle di Maria gira tutta la faccenda. La voce giunge dal britannico Times, dove giurano: la giocatrice ha già avviato, in Florida, la pratica per cambiare il proprio cognome da Sharapova a “Sugarpova”. Per tutta la durata degli US Open. Obiettivo: lanciare negli USA il proprio brand, portandoselo praticamente con sé in ogni istante. Assieme alle labbra rosse, simbolo sul mercato delle stesse caramelle.
Non che “Sugarpova” sia un marchio sconosciuto. Tra Russia e USA, ad appena un anno dal lancio le vendite hanno toccato quota 1,8 milioni di confezioni. Giro d’affari interessante, per un prodotto riservato a una clientela d’élite ed i cui introiti sono stati utilizzati per iniziative benefiche in Russia. Ma – viene da chiederselo – vale la pena portarlo così, senza troppa decenza, all’interno di un avvenimento sportivo? Cambiando addirittura nome? Niente limiti per Maria. Del resto, di impedimenti legali non ve ne sono. E allora, via, cambiare nome. Da Sharapova a “Sugarpova”.
A quanti, del resto, è capitato di chiamarsi come una caramella? Quando è troppo, è troppo. O forse no. Giudicate voi.