Nella costante ricerca di un Vantaggio Competitivo le aziende, consolidate o emergenti, investono spesso considerevoli risorse in percorsi d’innovazione.
Progettare e sviluppare un nuovo prodotto, per esempio, costruito sulle tendenze, sui bisogni latenti, sulle dinamiche culturali e sociali (che non tutte le aziende hanno la capacità e la voglia di monitorare costantemente), consente di “staccare” i concorrenti perché stimola la Domanda e, se il prodotto è stato concepito eticamente, contribuisce a migliorare la vita di utenti, cittadini, consumatori, clienti.
Innovare, tuttavia, è un “verbo” rischioso per le imprese perché richiede investimenti talvolta notevoli in ricerca e sviluppo (R&S); inoltre, chi innova deve confrontarsi con un ambiente esterno altamente mutevole ed instabile e con cicli di vita del prodotto sempre più brevi.
Fare innovazione veramente, concretamente, nel nostro Paese è un’impresa complessa: avventurosa ma avvincente; un passaggio obbligato se si desidera contribuire alla ripresa economica.
Tra le molte sfide che le imprese italiane ogni giorno affrontano, una delle più importanti è l’innovazione digitale (business analytics, social media, cloud, software gestionali, mobile).
Le imprese, infatti, possono trasformare il proprio business e prepararsi a competere a livello globale, puntando soprattutto sull’innovazione tecnologia come fattore abilitante, oltre che come strumento per migliorare i processi: incrementare flessibilità e capacità di rispondere velocemente alle opportunità del mercato, raggiungere l’efficienza e il contenimento dei costi.
A dispetto del clamoroso ritardo nell’uso delle nuove tecnologie, soprattutto per le imprese ancora troppo ancorate a metodi di lavoro obsoleti, in Italia c’è un grande fermento di progetti pioniere che tengono testa alle migliori esperienze internazionali.
Nei primi otto mesi del 2013 gli italiani hanno depositato quasi seimila domande di brevetto, qui potete consultare l’elenco dei depositi italiani organizzati per regioni e province.
La crescita del numero di connazionali che hanno messo a punto idee innovative è confermato dai dati comunicati dal sito del Ministero dello Sviluppo Economico: nel 2012 le domande di brevetto (in totale 2.836) hanno registrato un aumento del +5,2%, che fa seguito a due anni di quasi stagnazione (+0,5% nel 2011, + 0,2% nel 2010). Così l’Italia si colloca all’undicesimo posto fra i Paesi che hanno presentato domande di registrazione presso l’OMPI, Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (noto anche come WIPO). Altri dati interessanti sull’argomento si possono apprendere in questa pagina del portale web del Ministero.
Uno strumento nuovo e interessante per aziende, ricercatori, sviluppatori, investitori al fine di capire in quali settori s’innova e s’investe di più è la Mappa dei Brevetti.
L’immagine è il risultato grafico di uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Santa Barbara, in California, che hanno pensato di mappare l’eterogeneo mondo dei brevetti registrati tra il 2000 e il 2006 presso l’ufficio brevetti europeo. Il principio sotteso a questa ricerca è che nel settore in cui si trova il maggior numero di brevetti, esista verosimilmente anche “terreno fertile” sul quale investire denaro.
Per testare questo approccio, i ricercatori hanno applicato il seguente metodo: a ciascun brevetto viene assegnato un nodo e, se un brevetto ne cita un altro, viene creato un link; la distanza tra i nodi rappresenta la vicinanza del livello tecnologico tra i brevetti e le loro aree di pertinenza. Gli sviluppatori del progetto hanno anche creato uno strumento per visualizzare e interrogare la mappa.
Le risultanti mappe di brevetti, conseguenza delle diverse interrogazioni al software, forniscono vari indizi interessanti sulla struttura del panorama tecnologico attuale, ad esempio le aree con la maggiore intensità di lavoro. Un settore che spicca per creatività e investimenti è quello della ricerca medica e batteriologica (a sinistra dell’immagine); non va male neppure quello relativo alla telefonia e alle telecomunicazioni (in basso); piuttosto attivo anche il settore delle automobili e della ricerca meccanica (in alto a destra).
Si scopre, inoltre, come aree differenti della tecnologia siano correlate, alle volte in maniera imprevista, e come nuovi argomenti piuttosto che altri stiano emergendo nel panorama dell’innovazione.
Infine, le mappe dei brevetti potrebbero rilevare aree tecnologiche relativamente inesplorate: potenziali piattaforme per la nascita di future applicazioni tecnologiche.