In questi giorni alla Rummo hanno altro a cui pensare: non c’è spazio per il marketing, per concetto di slow food e di Made in Italy. Non c’è tempo. Non c’è più niente.
C’è solo il fango che ha invaso un’intera città, devastando case e lasciando senza tetto più di mille persone. Senza tetto e senza un lavoro dal momento che anche le aziende sono state colpite dall’onda devastatrice: tra queste anche Rummo.
Pasta lenta e web veloce
É in particolare Rummo, storico pastificio di Benevento, ad avere attirato l’attenzione e la solidarietà del popolo della rete: cioè del popolo tutto, quello che la pasta la cucina tutti i giorni, forse non proprio con l’attenzione che merita una pasta di qualità come la Pasta Rummo e forse non con la stessa soave cura che merita un prodotto per intenditori realizzato con “lenta lavorazione” e capace di “eccezionale tenuta alla cottura”.
Ecco, tenuta all’acqua bollente, non alle alluvioni: ed è su questo che ha giocato la vincente campagna social l’acqua non ci ha mai rammolliti.
Il fango ha spazzato via materie prime e macchinari ma l’acqua non ci ha mai rammolliti
Semplice, efficace, geniale. Così perfetta da essere diventata velocemente virale ottenendo il supporto anche di VIP e influencer della rete che hanno condiviso un pensiero e un invito all’acquisto accompagnato dall’hashtag #SaveRummo; ma il viral effect si sa, non porta solo cose buone.
Qualche schizzo di fango è arrivato anche dopo, tant’è che sono circolate insinuazioni relative a presunte “pressioni dei vertici aziendali” per realizzare una campagna ad hoc.
Inverosimile per un’azienda che su sulla sua pagina Facebook, ad esempio, ha pubblicato l’ultimo post il 31 agosto 2015. Strano che all’improvviso, senza corrente elettrica e con le energie impegnate per salvare il salvabile con le mani e le pale, la prima cosa che salti in mente a un ufficio marketing non proprio appassionato di social media, sia quella di studiare a tavolino un’iniziativa per farsi un po’ di pubblicità ingaggiando tale Luciano Lobosco, uno neo laureato che con la sola pubblicazione dell’evento Facebook Un pacco di pasta fa la differenza è riuscito a coinvolgere oltre 130.000 persone.
Ma soprattutto… E se anche fosse?
#SaveRummo e la sua gente
Quando nel 2012 il Terremoto dell’Emilia provocò danni anche ai caseifici coinvolti nella produzione di Parmigiano Reggiano si cercò di non perdere l’intera produzione di migliaia di forme con l’iniziativa 1 €/Kg per rinascere – Un aiuto ai caseifici terremotati del Parmigiano Reggiano promossa dal Consorzio. E giustamente nessuno ha osato parlare di lucro su una vicenda simile.
Al consumatore cosa dovrebbe importare se l’hashtag #SaveRummo è stato pensato da un copywriter in stage, da un’operaia che rischia il posto di lavoro o da un cugino del cognato di Rummo? Un’azienda è fatta da persone e quelle persone ora stanno passando un momento terribile quindi ogni aiuto dal popolo della pasta non sarà uno spreco.
Fare presto per tornare a far piano
L’amministratore delegato Cosimo Rummo ha smentito ai giornalisti tali voci e ha voluto ringraziare pubblicamente tutti i sostenitori con un comunicato ufficiale diffuso questa volta anche su Facebook.
“Siamo Onorati e Commossi da tanta solidarietà, stiamo lavorando alacremente per riportare la produzione alla normalità.”
Bisogna fare in fretta, per tornare a fare piano.
In questi giorni alla Rummo e non solo hanno altro a cui pensare.
Articolo scritto da: Sonia Calamiello