Siamo pronti per il Marketing 3.0?


time to marketPhilip Kotler, considerato il guru americano del marketing e noto per essere colui che teorizzò per primo, molti anni fa, le famose 4P (Product, Price Place, Promotion), nel suo ultimo libro descrive tutto quello che sarà del marketing dopo la fine dei trend contemporanei del 2.0 e del social media marketing.

Con “Marketing 3.0 dal prodotto al cliente all’anima (questo il titolo del libro, lettura consigliata per ogni marketer o aspirante tale) il professore americano, dall’alto dei suoi ottant’anni, ricorda al mondo che il marketing è una disciplina in cui l’unica costante è il cambiamento.

Lungi dall’essere una scienza ragionieristica, infatti, il marketing è l’arte di individuare, creare e fornire valore per soddisfare le esigenze di un mercato di riferimento, realizzando un profitto. Purtroppo però la maggior parte delle aziende, dei consulenti e delle persone confonde il marketing con la pubblicità, la promozione e le vendite, che sono solo alcuni aspetti di qualsiasi processo di marketing.

Eppure è diventato evidente che le strategie tradizionali, in particolare quelle pubblicitarie, non hanno più la stessa presa di qualche anno fa. Non solo perché sono aumentati i canali e i modi dell’advertising ma soprattutto perché sono cambiati i “ricettori” dei messaggi pubblicitari: influenzatori, acquirenti, opinion leader, utilizzatori. Insomma (a prescindere dal ruolo che rivestono di volta in volta i consumatori) le persone sono cambiate e di conseguenza sono cambiate le loro risposte nei confronti delle tradizionali metodologie di marketing.

Il nuovo modello di marketing descritto da Kotler, ma che ognuno di noi può vivere e sperimentare quotidianamente, ci traghetta dalla concezione di customer satisfaction del 2.0 a quella di human satisfaction della fase 3.0. La “soddisfazione del consumatore” è considerata una visione ormai obsoleta e umanamente restrittiva in quanto concentra il focus sul customer e sui suoi atti. Il suo limite è l’incapacità di considerare aspetti molto più ampi in cui un essere umano si realizza, che sono non solo razionali ma soprattutto etici oltre che emotivi.

Nell’era del Marketing 1.0 a dominare era l’attenzione riservata ai bisogni del consumatore che provava soddisfazione nell’acquistare prodotto o un servizio sempre più finemente differenziato; intanto la tipica visione aziendale mirava ad accumulare profitto su profitto. La transizione al Marketing 2.0, amplificata dall’uso estensivo delle nuove tecnologie, ha visto protagonisti le relazioni umane e le emozioni, i bisogni hanno ceduto il passo ai desideri, mentre le imprese imparavano a confrontarsi con i clienti su esperienze ed aspetti più vari che il mero profitto. Nel nuovo mondo del Marketing 3.0, la sfida lanciata alle aziende è quella di unire l’anima al prodotto, cioè quell’insieme di valori nei quali i clienti riescono ad identificarsi. Così, il consumatore lascia il posto a un essere umano completo da rispettare e da soddisfare in ogni sua istanza: ragione, emozione, valori; fino a giungere alla sfera più intima e spirituale, quella della sua Felicità.

Teoria e prassi suggeriscono che quando il quadro di riferimento muta deve poter cambiare anche la capacità dell’impresa di orientarsi verso nuovi schemi di marketing e comunicazione. Ma se molte aziende ancora arrancano ad adeguarsi agli standard del marketing 2.0, possiamo davvero dire di essere pronti al marketing di livello 3.0? E in tutto questo, qual è il ruolo dei Social Media?

È dunque ora di cambiare!

Le imprese devono reinventarsi e abbandonare il più rapidamente possibile le prassi delle vecchie metodologie di marketing. Il ruolo dei Social Media è fondamentale per abbracciare la visione 3.0, perché la partecipazione è innescata dalla nuova ondata tecnologica: web, computer e telefonia mobile a basso prezzo, software open source.

Sui Social Media Kotler non ha dubbi: “Se non li usate, siete morti”. Il comportamento e i valori delle imprese, infatti, sono sempre più sotto la lente dell’opinione pubblica che giudica e discute (online e offline) le loro performance funzionali e sociali. La nuova generazione di consumatori manifesta la volontà di rendere il proprio contesto sociale un posto migliore in cui vivere. Le imprese che aspirano a radicarsi nella mente e nel cuore delle persone devono condividere la stessa volontà e mostrare di fare qualcosa per realizzarlo.

Che ognuno faccia i conti con il senso del marketing 3.0 allora, che può essere sintetizzato come “il marketing della felicità”.

Qualcuno ha già colto il messaggio e messo in pratica il cambiamento: il St. James Metro di Sidney, è un bar che per tutto il mese di giugno dalle ore 9 alle ore 11 del mattino regalerà un caffè alle coppie che si scambieranno un bacio, “a real one”, un vero bacio d’amore specifica nel video il proprietario del locale e autore dell’iniziativa.

Cosa può renderci più felici di un bacio e di un caffè gratis?

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